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“Siate affamati, siate folli”: il discorso di Steve Jobs agli studenti della Stanford University ha fatto il giro del mondo per il suo profondo significato di vita, di speranza, di self empowerment. Siamo nel 2011 quando Jobs annuncia pubblicamente la volontà di abbandonare la carica di CEO della Apple, l'azienda leader del settore informatico che ha contribuito a creare e che, ancora oggi, affascina miliardi di consumatori. Un colosso nel mondo dell'innovazione tecnologica che ha fatto credere a tutti, ma proprio a tutti, di avere i sogni a portata di clic. La storia di Jobs è affascinante: partito da un garage nella Silicon Valley, ha fondato un impero unico, inedito, competitivo, innovativo. Steve Jobs ha cambiato il modo di vedere, di pensare, di vivere e interagire del mondo intero. E l'ha fatto con costanza, passione, coraggio nonostante la malattia: sebbene sia stata una persona riservata, tutto il mondo sapeva che le sue condizioni di salute nel 2011 erano peggiorate e ha tenuto il fiato sospeso fino all'annuncio della sua scomparsa. George Beahm nel testo “Siate affamati, siate folli. Steve Jobs in parole sue” ha raccolto trent'anni di pensieri, discorsi e innovazioni del CEO della Apple, offrendo al pubblico il meglio del pensiero di Jobs.  Il suo messaggio, infatti, è un inno alla vita, un ode a dare di più, a non arrendersi, ad uscire dalla propria comfort zone. Un monito ad affrontare i problemi e le difficoltà come opportunità di crescita. Un invito a non perdere mai la speranza, anche quando tutto sembra perduto.E la dimostrazione che, nella vita, bisogna avere il coraggio di inseguire i propri sogni, fino alla fine.