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Sono quasi tre anni che il mondo ha perso Sam Pivnik. Ma non la sua straordinaria e coraggiosa testimonianza, che è nel libro "L'Ultimo Sopravvissuto. Una storia vera" (che trovate su Matacena Libri). Sam, ebreo, nasce in Polonia ed è figlio di un sarto.
«La gente spesso mi chiede perché abbia aspettato tanto per raccontare la mia storia. È una domanda semplice, ma la risposta non lo è»
Nel libro Pivnik racconta la sua incredibile esperienza da sopravvissuto alla Shoah attraversando, come recita la sinossi, "tutti i gironi dell’inferno nazista". Dopo anni, con quel tatuaggio 135913 sul braccio, decide di condividere col mondo tutto il suo dramma.
Sam conosce il ghetto, i divieti imposti dai nazisti, il coprifuoco, gli stenti, il terrore per le strade. Poi, dopo un rastrellamento, tutta la sua famiglia viene deportata al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Strappato alla sua famiglia, che trova la morte nelle camere a gas, Sam subisce terribili soprusi e atrocità, e ogni giorno, alla famigerata Rampa di arrivo dei treni con i deportati, vede compiersi sotto i suoi occhi la più inenarrabile delle tragedie. Sopravvissuto alla crudeltà delle SS e dei Kapo, ai lavori forzati nella miniera Fürstengrube e alla “marcia della morte” nel rigido inverno polacco, Sam è infine tra i prigionieri sulla nave Cap Arcona, bombardata dalla Royal Air Force perché luogo di esperimenti dei nazisti su donne e bambini da parte delle SS. Ma ancora una volta, miracolosamente, riesce a salvarsi.
Questa storia ora è a disposizione di noi tutti perché ciò non accada mai più.