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Fai bei sogni: un’autobiografia per lenire il dolore della perdita

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“Fai bei sogni, piccolino” erano state le sue ultime parole della mamma di un piccolo Massimo Gramellini, subito dopo un bacio, prima di lanciarsi nel vuoto. Le aveva dette senza rendersi conto che nei sogni di Massimo, da quel giorno in poi, ci sarebbe stata solo lei.

Dopo quaranta anni, dopo aver scritto L’ultima riga delle favole il suo primo romanzo (o romanzetto, come lo chiama lui) Massimo Gramellini, si ritrova il trentuno dicembre assieme ad una vecchia amica della mamma. Qui inizia l’idea di “Fai bei sogni” (disponibile su matacenalibri). La donna, accanita lettrice di gialli, ha letto il suo romanzetto ed ha deciso di mostrargli una busta: la verità su quella mattina, la verità sulla morte di sua madre. Operai, attori, commercianti, imprenditori: di fronte al dolore siamo tutti uguali. Siamo tutti soli. Ma chi ha il dono di scrivere, di entrare dentro ai meandri del proprio cuore e scandagliarlo con onestà, può provare a guardare in faccia quel dolore e trasformarlo in qualcosa di buono. Qualcosa che riesca addirittura ad alleviare il dolore degli altri e farli sentire meno soli. Per scrivere Fai bei sogni Massimo Gramellini si è tuffato dentro al suo stomaco ed ha recuperato quel cucchiaio di ghiaccio che molto tempo prima lo aveva svuotato. Lo ha riportato in superficie, studiato e mostrato a tutti. Forse, durante la stesura, si è accorto che il suo dolore era cambiato nel tempo. Forse si è reso conto che non era mai stato come se lo ricordava. Forse in alcuni momenti ha addirittura avuto voglia di lasciar perdere, di smettere di scrivere e provare a dimenticare tutto. Ma per fortuna non l’ha fatto, ha messo su carta tutte le sue emozioni. Ha provato a spiegare che si diventa qualcuno con i nonostante, non con i se. Ha raccontato i meccanismi di autodifesa del suo cuore ed i pensieri autolesionistici di un orfano di madre. Ha capito che era l’ora di smettere di scappare, perché chi scappa è un codardo. Certo l’operazione non era facile, ed il dolore di questa storia autobiografica è così intimo che qualcuno potrebbe anche trovare pesante questo libro, nonostante la sua brevità. È vero che Gramellini ogni tanto tenta di alleggerire la lettura utilizzando uno stile brillante ed un po’ di ironia, ma è anche chiaro che lo scopo del romanzo è uno solo: quello di arrivare al cuore. Nei casi in cui non ci riuscirà, i lettori forse storceranno un po’ il naso. Nei casi (sicuramente più numerosi) in cui arriverà a destinazione, ci rimarrà dentro per molto tempo.

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