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Rileggere il fascismo attraverso le veline del Duce

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Sul ventennio, la dittatura fascista, la figura di Benito Mussolini ne abbiamo sentite e lette tante. In una fase a profondo rischio di revisionismo storico, scopriamo che tutta la letteratura e la ricostruzione storica sul tema in questione, forse, è più necessaria di ciò che qualcuno vuol far credere. 

Giancarlo Ottaviani, esperto sull'argomento, lo analizza e lo restituisce in maniera imbarazzantemente cruda nel libro "Le veline di Mussolini", che trovate su Matacena Libri (Stampa Alternativa, a poco più di 1 euro). Un libro che ha i suoi anni (è datato 1999) ma non perde la sua efficacia.

Come tutti i regimi totalitari, anche quello fascista si fondava e affermava grazie al controllo dei flussi di informazione rivolti alla popolazione. Ottaviani raccoglie e propone al lettore le veline attraverso cui il Duce "suggeriva" (leggesi imponeva) cosa scrivere ai giornali e cosa dire in radio (di cui, carpendone lo straordinario potere, ne fece il suo personale megafono). Mussolini si rivela meticoloso, quasi ossessivo da questo punto di vista. Arrivavano ai direttori dei giornali, attraverso il Minculpop (Ministero della Cultura Popolare) praticamente a cadenza giornaliera. Migliaia e migliaia di veline che rivelano il "volto ottuso, stupido e meschino del Fascismo". 

Il sottotitolo del libro, in effetti, tratto proprio da una velina, ne è già una perfetta sintesi: «Le espressioni 'occhi bellissimi' sono eccessive e bisogna evitarle». 

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