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Finché amore non ci separi
Qual è il destino delle librerie e della vendita di libri online? In una bella e corposa intervista del Corriere della Sera datata 20 settembre 2018, il presidente del Centro per il Libro e la Lettura Romano Montroni interviene in maniera decisa sull'argomento. Secondo Montroni, se le librerie di prossimità sono attualmente in profonda crisi, la colpa è dell'incompetenza dei librai. Internet guadagna terreno perché ad oggi chi esce di casa lo fa per la qualità della libreria e non certo per la convenienza.
Montroni va a toccare un argomento delicato, quello di un Paese che non è in grado di cambiare il suo approccio nei confronti di un mercato in rapidissima evoluzione. Un po' come accade con l'exploit dello story-telling che dimostra che non conta il prodotto o il fatto in sé, ma anche come questo viene raccontato per coinvolgere l'utente. Lo stesso processo è attualmente un must nella vendita di un prodotto, dove oltre allo stesso l'acquirente "compra" l'esperienza e la stessa transizione diventa parte integrante dell'acquisto.
Ecco, questo nelle librerie non accade più. Montroni confronta il mercato italiano con quello tedesco, dove per diventare librai i tedeschi devono conseguire regolare qualifica dopo un percorso di studi di due anni. Nel Belpaese, invece, la preparazione è un optional. Ed è un assurdo logico, se si pensa che la formazione professionale è necessaria per avviare la quasi totalità delle attività italiane. Bisogna essere preparati e con regolare abilitazione regionale per poter aprire un elettrauto, un'impresa funebre, persino per fare il deejay. Ma non per vendere libri.
Ed è per questo che l'utente preferisce lasciarsi coinvolgere dalla Rete. Forum, discussioni sui social network, recensioni su recensioni, non ultimo la possibilità di accedere da "posizione zero" su Google alla sinossi del libro con relativa copertina e e-shop dove comprarlo. Questo modo di fruire del libro, di sceglierlo, di lasciarsi accompagnare di fatto sostituisce la figura del libraio in quanto professionista del settore, capace di coinvolgere e entusiasmare, soprattutto capace di consigliare il lettore.
Vendere un libro non è come vendere salumi o sigarette. Non basta alzare la serranda del proprio negozio per trovarsi la gente dentro, pronta a spendere senza ulteriori richieste. Non basta piazzare le locandine dei soliti best-sellers fronte strada (per i più fortunati).
C'è speranza? Si, certo che c'è. Lo dimostra un aneddoto raccontato sempre da Montroni, che narra la storia del libraio indipendente James Daunt chiamato a risollevare le sorti di 280 librerie appartenenti a un'unica catena, la Waterstones. La ricetta è stata anche semplice, volendo: il libraio al centro, motivato e cortese, capace di coinvolgere il lettore. E accanto al marketing la voglia di puntare sulla qualità dei librai e la responsabilizzazione degli stessi (rendendoli responsabili degli assortimenti).
Il risultato? Waterstones dopo 5 anni è tornata in attivo.
In attesa di un'esperienza del genere in Italia, sono gli e-commerce a supplire a questa carenza. E a far volare la vendita di libri online.