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Giotto e gli umanisti. La scoperta della composizione pittorica 1350-1450 - € 33,00

<p>Autore: Michael Baxandall</p> <p>Editore: Jaca Book</p> <p>Pagine: 231</p> <p>La lingua degli umanisti, un latino neo-classico e neociceroniano, influ&igrave; in maniera determinante sul loro modo di parlare e pensare riguardo alle opere d'arte. Scrive Baxandall: &laquo;Si dice che la storia &egrave; sempre dalla parte dei vincenti; &egrave; certo cos&igrave; anche per la storia dell'arte. Cio&egrave;: c'&egrave; una linea guida, un fil-rouge, che porta al futuro, e questa linea guida &egrave; la storia della nostra arte. Sarebbe ridicolo sminuire la linea tosco-romana che da Giotto attraverso Masaccio arriva a Michelangelo, rissata nel racconto vasariano. Era, ed &egrave;, reale, e ha fatto la storia dell'arte europea. Ma &egrave; pur giusto ricordare che c'erano, e ci sono, altre linee. Le qualit&agrave; pittoriche definibili come "agilit&agrave;" e "vitalit&agrave;", l'educato "understatement" e l'improvvisa accensione espressiva limitata e localizzata, l'acutezza nel ravvivare e persino il "bon-mol" visivo, il gioco tra la bidimensionalit&agrave; e la profondit&agrave; spaziale, il piacere dato dalla grande variet&agrave; di piccoli oggetti: tutto questo venne spesso sacrificato nella ricerca romano-fiorentina del rilievo e dello spazio razionale, e anche della stessa "composizione"&raquo;. Attraverso gli scritti di Petrarca, Boccaccio, Vittorino da Feltre, Leon Battista Alberti e altri, assistiamo al formarsi di una specifica critica d'arte umanistica che si misura con gli artisti del proprio tempo, da Giotto e i giotteschi ai fiamminghi, da Pisanello a Gentile da Fabriano, da Donatello a Ghiberti.</p>


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Giotto e gli umanisti. La scoperta della composizione pittorica 1350-1450

Ref. 9788816414525

Autore: Michael Baxandall

Editore: Jaca Book

Pagine: 231

La lingua degli umanisti, un latino neo-classico e neociceroniano, influì in maniera determinante sul loro modo di parlare e pensare riguardo alle opere d'arte. Scrive Baxandall: «Si dice che la storia è sempre dalla parte dei vincenti; è certo così anche per la storia dell'arte. Cioè: c'è una linea guida, un fil-rouge, che porta al futuro, e questa linea guida è la storia della nostra arte. Sarebbe ridicolo sminuire la linea tosco-romana che da Giotto attraverso Masaccio arriva a Michelangelo, rissata nel racconto vasariano. Era, ed è, reale, e ha fatto la storia dell'arte europea. Ma è pur giusto ricordare che c'erano, e ci sono, altre linee. Le qualità pittoriche definibili come "agilità" e "vitalità", l'educato "understatement" e l'improvvisa accensione espressiva limitata e localizzata, l'acutezza nel ravvivare e persino il "bon-mol" visivo, il gioco tra la bidimensionalità e la profondità spaziale, il piacere dato dalla grande varietà di piccoli oggetti: tutto questo venne spesso sacrificato nella ricerca romano-fiorentina del rilievo e dello spazio razionale, e anche della stessa "composizione"». Attraverso gli scritti di Petrarca, Boccaccio, Vittorino da Feltre, Leon Battista Alberti e altri, assistiamo al formarsi di una specifica critica d'arte umanistica che si misura con gli artisti del proprio tempo, da Giotto e i giotteschi ai fiamminghi, da Pisanello a Gentile da Fabriano, da Donatello a Ghiberti.

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